Con una circolare del 9 maggio il MInistero della Salute è entrato nel merito dei test sierologici e quindi cogliamo l’occasione per fare un pò di chiarezza.
I test disponibili per Covid19 sono attualmente 2:
1. il tampone non è altro che un prelievo eseguito introducendo un cotton-fioc nel naso e che serve a prelevare parte delle secrezioni nasali e verificare se sia presente il virus. E’ un test DIRETTO che identifica la presenza del virus. Se è positivo il test il virus c’è. Purtroppo è un test con una bassa sensibilità (37%, per questo se ne devono fare 2) che dà molti falsi negativi.
2. l’indagine sierologica è un test INDIRETTO. NON identifica la presenza del virus ma la presenza di anticorpi nel siero specifici per il virus, anticorpi che si sviluppano naturalmente se il soggetto è venuto a contatto con il virus. Il virus potrebbe essere ancora presente ed è per questa ragione che è ragionevole far seguire al test sierologia positivo un tampone. Si sa ancora poco della cinetica degli anticorpi nel siero e non vi sono ancora dei parametri minimi definiti per legge ma si raccomanda di ricorrere a test che abbiano una specificità non inferiore al 95% e una sensibilità non inferiore al 90%, al fine di ridurre il numero di risultati falsi positivi e falsi negativi. Il test sierologico può essere eseguito con kit on site con una goccia di sangue venoso intero che fornisce il risultato in 10 minuti (ma che danno solo informazioni circa la presenza o meno di anticorpi) oppure con siero derivato da un prelievo di sangue venoso. Questo test è più preciso e fornisce informazioni anche quantitative e richiede un paio di giorni per avere l’esito.
I test sierologici sono quindi utili ai fini epidemiologici per stimare la diffusione dell’infezione, l’avvenuta esposizione al virus o per individuare i soggetti asintomatici non sottoposti a osservazione clinica (ma solo se combinato con un tampone).
Al momento vi sono forti limiti ai test attuali che non possono essere utilizzati per produrre un certificato di immunità (che è quello che la popolazione vorrebbe) perché non si sa quanti anticorpi quantitativamente servano per essere coperti e soprattutto quanto duri questa immunità.
I test sierologici non possono sostituire il tampone in quanto il risultato ottenuto su un singolo campione di siero non è sufficientemente attendibile nel rilevare una infezione acuta in atto e quindi l’effettiva contagiosità del paziente. Inoltre tali test possono rilevare anticorpi relativi a patogeni affini, non coincidenti con il SARS-COV-2. Infine un eventuale risultato negativo di tale test non esclude la possibilità di una infezione in atto per la quale il soggetto non abbia ancora sviluppato anticorpi. Alla luce di tutto ciò al momento l’OMS raccomanda l’utilizzo di tali test solo in ambito di ricerca . Attualmente l’indagine sierologica, solo se combinata poi con l’effettuazione del tampone, può permettere di identificare gli asintomatici ancora portatori del virus. Pertanto la diagnosi è accurata solo se si esegue prima il test sierologico e a seguire il tampone nel caso di positività del primo. Il problema però è quello di poter accedere al tampone che al momento è riservato a determinate categorie di popolazione ed esclusivamente all’interno del circuito regionale (quindi devono essere richiesti all’ATS tramite il medico di base )
Riportiamo di seguito un prospetto di come devono essere interpretati gli esiti dei diversi test, tenendo presente i margini di errore collegati ad oguno
Ricordiamo comunque che è necessario far riferimento alle singole linee guida regionali per poter svolgere correttamente tali test.
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