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Regolamento E-Privacy: a che punto siamo?

27 Maggio 2019 di Valeria Carozzi Lascia un commento

Il regolamento E-privacy è notevolmente in ritardo rispetto alle tempistiche previste, e questo perchè trovare l’equilibrio tra competitività delle imprese e tutela dei diritti dei cittadini non è facile.  Ricordiamo che il regolamento E-privacy è il tassello che andrà a concludere il quadro definito dal GDPR in materia di tutela dei dati personali, e riguarda la tutela dei dati personali dell’utente nell’ambito delle sue interazioni online.

Questo regolamento ha però forti impatti sulle imprese in quanto il suo ambito di applicazione è ampio e diffuso (dai cookie ai servizi di comunicazione Over the Top) e per questo l’Europa è in ritardo coi tempi, considerato che la prima bozza presentata a Genaio 2017 è stata continuamente modificata e aggiustata e ancora non è stata approvata. Il campo di applicazione va ben oltre quello della attuale direttiva E-Privacy che riguardava i soli fornitori di servizi di comunicazione elettronica tradizionali, come gli operatori di telefonia mobile e fissa, ma abbraccia settori trasversali quali il Web, le app, lo spam, il direct marketing, l’instant messaging e l’Internet of Things (IoT).

I temi maggiormente dibattuti riguardano i requisiti di consenso, i trattamenti consentiti sui minori,  il potere delle autorità di controllo e l’impatto delle norme privacy sui dispositivi IoT. Per esempio sul tema dei cookie si son già avvicendate 3 significative modifiche di cui ancora non si sa quale avrà la meglio. Sarà inoltre interessante approfondire le interrelazioni tra GDPR e regolamento E-Privacy e capire quando prevale l’una o quando prevale l’altra e di quale autorità sarà la competenza nelle specifiche situazioni.

Comunque non si può dimenticare che la massimizzazione della raccolta dei dati e la loro valorizzazione è un elemento essenziale della strategia del Mercato Unico Digitale Europeo a cui non si può e non si deve rinunciare. Per questo il Comitato ha invitato tutti gli stati membri ad inviare le loro osservazioni finali in modo da chiudere quanto prima i lavori e pubblicare il regolamento definitivo. Ora che hanno avuto luogo le  elezioni europee forse c’è qualche speranza in più a riguardo.

 

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