Per tutelare il benessere dei lavoratori ed evitare sanzioni
La valutazione del rischio da violenza e molestie nell’ambiente di lavoro è un aspetto che, nello scenario organizzativo attuale, è diventato cruciale per garantire il benessere dei dipendenti e promuovere una cultura lavorativa rispettosa delle persone e delle loro differenze.
Tale rischio è stato riconosciuto come un rischio psicosociale a tutti gli effetti ed, in tal senso, oggi tutte le aziende devono poterlo contrastare nell’ambiente di lavoro, se non vogliono mettere a repentaglio la salute e la produttività delle proprie risorse o incombere in importanti sanzioni.
Infatti, proprio la Convenzione ILO n. 190 del 2019 (assunta e ratificata in Italia dalla Legge n.4 del 15.01.2021), ha sancito definitivamente l’obbligo per i datori di lavoro di prevenire attivamente la violenza e le molestie in quanto parte integrante della gestione della sicurezza sul lavoro, prevedendo che i datori di lavoro effettuino una valutazione formale del rischio all’interno dei loro DVR ed adottino opportune misure per fronteggiarlo.
Le violenze o molestie possono manifestarsi in molte forme, tra cui comportamenti inappropriati, intimidatori, discriminazioni e aggressioni, sia fisiche che verbali: diventa dunque essenziale che le aziende riconoscano questi comportamenti e che ne prevengano la comparsa nel loro ambiente di lavoro, perché le persone che subiscono molestie possono sperimentare un aumento nel loro livello di stress, con sintomi che possono includere ansia, depressione, esaurimento emotivo e calo della produttività.
Ecco perché la valutazione del rischio di violenze e molestie è strettamente collegata a quella dello stress lavoro-correlato, una tematica che occupa da tempo una posizione di rilievo nella gestione della salute nei luoghi di lavoro.
Già nel 2020, infatti, il Piano Nazionale della Prevenzione (PNP) ha rilevato un legame indissolubile tra la prevenzione dello stress lavoro correlato e quella delle violenze e molestie, riconoscendo che tali fenomeni costituiscono dei pericoli trasversali in molti settori produttivi, con particolare attenzione a quelli che comportano un’intensa interazione con il pubblico.
In tal senso, proprio il momento della valutazione del rischio stress lavoro correlato diventa anche un’occasione preziosa per approfondire il tema delle violenze e molestie sul lavoro.
Per esempio, durante la valutazione oggettiva dello stress, può essere utile raccogliere tutta una serie di informazioni sull’azienda che, secondo l’ILO, rappresentano dei possibili antecedenti di comportamenti vessatori, come per esempio le caratteristiche strutturali dell’ambiente di lavoro (es. presenza di spazi isolati, poco luminosi ecc.), la tipologia di mansione svolta dalle persone (es. lavoro a contatto con il pubblico, con persone che soffrono di particolari problemi ecc.) o l’aver implementato o meno in azienda procedure per la segnalazione dei comportamenti inappropriati o codici etici che possano guidare il comportamento delle persone.
Secondariamente, nel corso dell’approfondimento soggettivo, potranno essere coinvolti i lavoratori anche per conoscere il loro punto di vista a proposito della percezione di comportamenti inopportuni nell’ambiente di lavoro, a livello verbale e fisico, sia provenienti da fonti esterne all’azienda (es. clienti, pazienti ecc.) che da colleghi o responsabili.
Per questo motivo, andando incontro alle necessità dei propri clienti, Programma Radon ha sviluppato un’innovativa metodologia di indagine integrata su entrambi i rischi, che consente alle aziende di ottenere una valutazione completa ottimizzando, al contempo, le risorse, e riuscendo poi a definire un piano di intervento mirato in base alle criticità emerse.
Diventa essenziale, dunque, che tutte le aziende che ancora non hanno svolto una valutazione del rischio da violenza e molestie procedano al più presto: il rischio di ottenere sanzioni legali ed ammende in caso di ispezioni diventa, altrimenti, molto alto!
Per non parlare, inoltre, di quel che potrebbe accadere se un dipendente presenta una causa per molestie e l’azienda non ha adottato nessuna misura preventiva in tal senso: oltre alle gravi conseguenze sul benessere della persona, l’azienda sarebbe necessariamente costretta a pagare i danni risarcitori (es. danni morali, spese legali o compensazioni per perdite di reddito o opportunità lavorative).
Lascia un commento