E’stata approvata la direttiva CSDDD (Corporate Sustainability Due Diligence Directive) che definisce il campo di applicazione e le modalità per attuare il “dovere di Diligenza” da parte di società che rientrano in certi criteri di fatturato.
Con l’obiettivo di azzerare situazioni in cui ancora si fa ricorso a schiavitù, lavoro minorile, perdita di biodiversità o distruzione del patrimonio naturale , la Direttiva impone a determinati player di mercato l’obbligo di effettuare una accurata Due Diligence sull’intera catena del valore.
Le aziende soggette
La direttiva si applicherà a alle imprese dell’area UE con più di 1.000 dipendenti e con un fatturato globale superiore a 450 milioni di EURO e ai franchising che operano nell’Unione con un fatturato superiore a 80 milioni di EURO, nonchè alle società di Paesi Terzi che raggiungono le stesse soglie di fatturato in UE.
Le società soggette saranno tenute ad integrare i doveri di due diligence nelle loro strategie di governance, effettuando verifiche lungo tutta la filiera e impegnando i propri fornitori con specifiche garanzie contrattuali. Dovranno anche fornire supporto alle PMI loro partner commerciali per garantire la conformità ai nuovi obblighi.
Questo è il punto cruciale di tutta la direttiva ed il motivo per cui nessuno può ritenersi escluso dagli impegni in termini di sostenibilità. Qualsiasi azienda, indipendentemente dalle dimensioni, che facesse parte della filiera di uno di questi grossi player verrà prima o poi coinvolta in processi di audit e soprattutto vincolata da specifiche clausole contrattuali che la obbligheranno a perseguire specifici impegni in termini di sostenibilità cui non potrà sottrarsi. Si chiama contractual cascading ed è una potentissima arma per far sì che il mercato si autoregoli e si diriga verso la direzione desiderata.
Le sanzioni
Gli stati membri dovranno fornire chiare linee guida che permettano alle aziende interessate di assolvere a questo dovere di due diligence e dovranno istituire delle autorità di controllo incaricata di indagare e sanzionare la violazione delle norme con misure che in alcuni casi possono arrivare anche fino al 5% del fatturato netto mondiale delle aziende.Inoltre le imprese che non rispettano il loro dovere di diligenza saranno tenute a rispondere dei danni causati e a risarcire completamente le vittime.
I prossimi step
Gli Stati membri avranno due anni dalla pubblicazione in Gazzetta UE per incorporare le nuove regole nel diritto nazionale. Ad eccezione degli obblighi di comunicazione, l’applicazione sarà progressiva e riguarderà:
- a partire dal 2027: le imprese con più di 5.000 dipendenti e un fatturato superiore a 1.500 milioni di EURO
- a partire dal 2028: le imprese con più di 3.000 dipendenti e un fatturato superiore a 900 milioni di EURO
- a partire dal 2029: tutte le altre imprese che rientrano nell’ambito di applicazione della direttiva (ovvero quelle con oltre 1.000 dipendenti e un fatturato superiore a 450 milioni di EURO
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