In ottica di sostenibilità, uno degli obiettivi della misurazione degli indicatori collegati ai principi ESG – Environmental, Social and Governance è quello di sviluppare un riferimento valido e universale per misurare le performance non finanziarie delle aziende. Ricordiamo infatti che, a partire da marzo 2018 la Commissione Europea, con il suo Action Plan on Financing Sustainable Growth, ha definito il piano d’azione per finanziare la crescita sostenibile attraverso il sostegno agli investimenti in progetti sostenibili che favoriscano l’integrazione dei criteri ambientali, sociali e di governance nella gestione dei rischi aziendali, tenendo in considerazione anche il fattore tempo.
Gli obiettivi dei principi ESG
In particolare, le azioni previste sono destinate a:
- orientare i flussi finanziari verso investimenti riconosciuti come sostenibili,
- gestire in modo più efficace i rischi finanziari che derivano dal cambiamento climatico, dal consumo di risorse, dal degrado ambientale e dalle disuguaglianze sociali,
- migliorare la trasparenza e incoraggiare un approccio di lungo periodo nelle attività finanziarie, soprattutto considerando il significativo incremento degli investimenti su progetti sostenibili
Per poter raggiungere tali obiettivi è evidente che prima devono essere definiti dei criteri certi e vincolanti che permettano di classificare gli investimenti come sostenibili e in tale ottica:
- è stata elaborata la tassonomia europea per la classificazione di una attività come ecosostenibile, con dei criteri tecnici cui far riferimento;
- si stanno definendo degli standard europei cui le aziende devono fare riferimento per redigere le proprie rendicontazioni non finanziarie
Gli impatti per le aziende
Le aziende, con la progressiva entrata in vigore delle diverse direttive europee, avranno sempre più la necessità di individuare e misurare gli impatti ambientali, sociali e di governance, attraverso la collaborazione con tutte le risorse in azienda, in modo da poter formulare una adeguata analisi delle minacce strategiche verso la continuità aziendale. Quest’ultimo aspetto è importantissimo, perché attraverso un adeguato assetto organizzativo, amministrativo e contabile l’azienda sostiene l’imprenditore fornendogli tutte le informazioni che gli permettono anche di implementare strategie di sostenibilità, da cui poi derivare la rendicontazione ESG.
Redigere un report ESG completo e corretto fornisce inoltre significativi vantaggi anche per l’accesso al credito, nonchè per dare una risposta alla crescente platea di clienti sempre più sensibile a queste tematiche.
Gli step dell’analisi ESG
L’analisi ESG parte della definizione del perimetro di valutazione, dall’identificazione degli stakeholder di riferimento e dalla individuazione delle tematiche di rilievo per l’azienda. Per tali tematiche andranno definiti gli indicatori di riferimento (sulla base degli standard che si decide di adottare) e raccolti i dati necessari per il loro monitoraggio e rendicontazione. In questa fase diventa fondamentale la collaborazione di tutta la compagine aziendale ognuno per le sue competenze, in modo da riuscire a ricavare degli indicatori precisi e completi. E’ evidente che la sensibilizzazione del personale coinvolto con percorsi di formazione e informazione è essenziale per ottenere il risultato sperato.
Una volta raccolti e validati i dati relativi alle diverse tematiche ESG si procede con la elaborazione e comunicazione del report con la tassonomia di sostenibilità e con la definizione di un piano operativo di sostenibilità che riveli l’impegno assunto dall’azienda nei diversi ambiti.
A titolo puramente esemplificativo si riporta di seguito una lista delle possibili tematiche rilevanti per le imprese:
Misure ambientali
- Emissioni e cambiamento climatico:
- Emissioni di CO2 – Scope 1
- Emissioni di CO2 – Scope 2
- Emissioni di CO2 – Scope 3
- Obiettivi riduzione emissioni di CO2
- Iniziative di riduzione emissioni di CO2
- Policy interne per il cambiamento climatico
- Consumo di energia
- Consumo totale di energia
- Consumo di energia da fonti rinnovabili
- Obiettivi di miglioramento energetico
- Prelievi idrici
- Scarichi idrici
- Rifiuti totali prodotti
- Rifiuti pericolosi prodotti
- Rifiuti riciclati
- Politiche per l’ambiente
- Politica di riduzione dei rifiuti
- Politica ambientale
- Politiche di riciclaggio dei rifiuti
- Politiche di riutilizzo delle acque
- Politiche di riutilizzo dell’energia
- Qualifica dei fornitori in ottica ambientale
Misure di sostenibilità
- Turnover del personale
- Diversità di genere
- Numero di dipendenti (totale)
- Numero di dipendenti (full time)
- Sicurezza e formazione
- Tasso di infortuni
- Politica per la formazione
- Discriminazione di genere
- Salute e sicurezza dei lavoratori
- Lavoro minorile
- Lavoro forzato
- Diritti umani
- Politiche contro la corruzione
- Politiche per la protezione del cliente
- Politiche per l’etica del business
Governance
- Certificazioni
- Diversità di genere del CDA
- Percentuale di membri indipendenti
- Incentivi e remunerazione legati a obiettivi ESG
- Codice di condotta dei fornitori
- Etica de business
- Etica di reporting
- Etica e anticorruzione
- Privacy dei dati
- Reporting di sostenibilità
- Revisione documento di sostenibilità
- Certificazioni e adesioni a protocolli
- United Nations Global Compact
- SDGs Obiettivi di Sostenibilità (ONU 2030)
- Sistemi di gestione adottati
- Politice di Risk Management
Impatti per le PMI
Come abbiamo visto in questo articolo , ricorrere a un report di sostenibilità completo, che includa anche la tassonomia europea, genera una serie di vantaggi per tutte le imprese, in particolare per le PMI, in quanto:
- anche le imprese che non sono obbligate a rendicontare aspetti ESG secondo la direttiva CSRD, se presenti nella catena di fornitura delle grandi imprese soggette ad obbligo, saranno coinvolte nel loro processo di rendicontazione e due diligence e necessiteranno di questo tipo di informazioni per qualificarsi nelle loro supply chain;
- potranno intercettare importanti risorse pubbliche e private, messe in campo a livello europeo e nazionale, grazie agli strumenti finanziari ad hoc allineati alla tassonomia
- potranno rispondere alle richieste di utenti e clienti sempre più sensibili alle tematiche ESG e distinguersi in tal modo dalla concorrenza
Pertanto è fondamentale iniziare a impostare la propria rendicontazione non finanziaria comprensiva di tassonomia in modo da adattarsi progressivamente alle sempre più vincolanti richieste del mercato.
Inoltre in base agli esiti di uno studio condotto dal World Economic Forum emerge che , pur registrando per le PMI un ritardo in termini di impatto sociale, c’è una chiara consapevolezza e necessità di operare in linea con gli obiettivi di sostenibilità, anche se attualmente molte PMI devono ancora includere strategie esplicite e misurare le prestazioni incentrate sull’impatto sociale.
Le principali sfide, individuate dai dirigenti delle PMI, includono:
- l’acquisizione e il mantenimento dei talenti (per il 52,5% degli intervistati),
- la sopravvivenza e l’espansione (43,8%),
- il finanziamento e l’accesso al capitale (35,7%),
- un ambiente politico non favorevole (21%),
- la difficoltà di mantenere una cultura forte e un chiaro scopo e valore aziendale (20%).
Le PMI possono sfruttare le loro dimensioni, le reti, le persone e i punti di forza della tecnologia per sostenere i loro obiettivi di crescita sostenibile, impatto sociale positivo e robusta capacità di adattamento.
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